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EVOLUZIONE E STORIA DEL FEMMINISMO

CAPITOLO SECONDO continua

 EVOLUZIONE E STORIA DEL FEMMINISMO

Il termine femminismo fu coniato in Francia nel 1880 da Hubertine Auclert (1848-1914),la prima che si adoperò per il suffragio universale.

Il problema della sottomissione femminile è antico quanto la nostra origine: come già si diceva, è sufficiente pensare (e nemmeno troppo per assurdo), alla prima donna, posta da Dio sotto l’autorità di Adamo, per riflettere che siamo sempre state un possesso, prima del padre e del marito poi: originariamente non avevamo alcun diritto giuridico nemmeno sulla nostra persona, sui nostri figli né tantomeno sui nostri beni, tramandati, invece, per discendenza maschile.

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Quando intorno ai primi del 1800 le nostre antesignane, in seguito alla rivoluzione industriale, cominciarono ad essere utilizzate nelle fabbriche, fu quasi naturale l’origine dei movimenti femministi. Le speranze riposte nello << sviluppo >> economico risultarono vane: non uguaglianza ma sfruttamento, con l’impiego di donne e bambini, ferrati a ritmi di lavoro pesantissimi e vergognosamente sottopagati; in campagna e nelle attività artigianali, le cosiddette << minoranze >> (donne e bambini appunto) erano regolarmente abusati.

Inizialmente proletarie e borghesi lottarono separatamente, ma poi approdarono insieme alle leggi sociali di fine ‘800, che posero fine al lavoro infantile, finalmente abolito quasi dappertutto. La manodopera femminile, al contrario, rimase sottopagata e senza rappresentanza ancora per lungo tempo.

Le operaie delle fabbriche tessili svolgevano gli stessi lavori duri degli uomini e continuavano a faticare anche in casa, dove pettinavano la lana, filavano e tessevano, oltre ad accudire marito e i figli.

Infernale anche l’esistenza di sartine, ricamatrici e biancheriste, pagate a stento, sotto un regime inumano: in inverno, dalle otto del mattino alle undici di sera e durante l’estate, dalle sei a mezzanotte.

Vera vergogna infine nelle miniere: in fondo alle gallerie si abusava del << gentil sesso >>  a tal punto da legare e bardare come cavalli (perché meno costose) e costrette a trasportare i vagoncini d’evacuazione pesantissimi, queste giovani donne che non potevano urlare.

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La triste storia variava solo nelle famiglie borghesi dove la padrona di casa aveva un ruolo importante, meno represso e sfruttato. Solo le più fortunate, infine, appartenenti alle famiglie facoltose, potevano permettersi il lusso di sfidare qualcuna delle rigide convenzioni del tempo.

Le prime reazioni femminili furono avversate di tutti: politici, operai, mariti, figli e padri, intenti a difendere l’appannaggio esclusivo dei propri diritti. Risale al 1850 la prima petizione alla Camera dei Lord per il diritto al voto: inizialmente respinta venne riproposta tenacemente dalle femministe inglesi, con la vittoria del 1869, quando lo Stato del Wyoming estese il suffragio, anche se solo municipale.

Nei << moderni >> Stati Uniti  solo nel 1920  si ottenne il voto libero.

Nei Paesi protestanti, la nascita e l’affermazione dei movimenti femministi fu meno lenta e difficile che nei Paesi cattolici ma solo con la fine della II Guerra Mondiale tramontarono parecchi regimi. Le nuove Costituzioni riconobbero la donna soggetto politico a tutti gli effetti, anche se, a differenza dei Paesi protestanti, l’acquisizione del diritto di voto non coincise quasi da nessuna parte con il pieno esercizio dei diritti politici. Nel secondo dopoguerra l’istanza di partecipazione paritaria al potere sociale cominciò a venire posta in maniera davvero efficace, divenendo parte integrante del pensiero politico.

Solo nel Novecento il principio delle pari opportunità sarà accolto << concettualmente >> ovunque, senza tuttavia trovare riscontro oggettivo nella rappresentanza istituzionale: nel corso delle campagne elettorali le candidate hanno fatto per lungo tempo solo apparizioni sporadiche tra i media e sugli spalti e ad oggi (che dell’immagine femminile finanche si abusa) è ancora lontana la parità sostanziale dove più conta, sui tavoli decisionali.

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Il termine << suffragette >> – non sempre usato, purtroppo, nella sua accezione più positiva – indica le appartenenti al gruppo di emancipazione femminile, nato per ottenere il diritto di voto per le donne (dalla parola “suffragio” nel suo significato di “voto”). 

La rivolta prese inizio tra la fine dell’800 ed il ‘900 ed in seguito ai movimenti iniziali, con “suffragette” vennero indicate, in senso lato, tutte le donne che lottavano o si adoperavano per ottenere il riconoscimento della loro piena dignità, coincidendo in parte quindi con le più propriamente dette “femministe”

Nelle immagini: Mabel Capper e Patricia Woodlock, che nel 1908 promossero un incontro all’ Heaton Park di Manchester ed il numero commemorativo del quotidiano The Suffragette, dedicato a Emily Wilding Davison, edito da Christabel Pankhurst ( entrambi attiviste britanniche ) il 13 giugno 1913.
 
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8 Discussions on
“EVOLUZIONE E STORIA DEL FEMMINISMO”
  • È un piacere leggere tanti bei commenti a questo lavoro principalmente di ricerca, ne sono molto felice. È diventato un passaggio a due, lo chiamiamo <> Nadia La Bella ed io ed è a lei che sono molto riconoscente perché ha avuto l’idea di inserire la storia della donna in un blog moda. Leggere i vostri commenti di interesse è un forte incentivo. Presto verrà pubblicato l’inizio del Terzo Capitolo, ancora un pò <> ma non possiamo fare a meno di riportare i passaggi cronologici dell’evoluzione del pensiero e della figura femminile nella storia. E poi faremo insieme la conoscenza di donne davvero interessanti. Oltre a ringraziarvi ancora ( anche a nome di Nadia ) non posso fare altro che invitarvi ad esprimere i vostri pareri e se aveste qualche curiosità ad esporre tranquillamente le vostre domande. Buona lettura !

    • Purtroppo non compaiono le parole tra partentesi, quindi le riscrivo : dicevo che Nadia La Bella ed io chiamiamo questa ricerca ” il nostro lavoro ” e poi avvisavo che l’inizio del terzo capitolo sarà ancora un pò ” didascalico ” ( spero che ora si legga tutto ) . Ancora buona lettura e grazie

  • Per certi versi c’è stata un’evoluzione, ma purtroppo da altri punti di vista la donna è sempre vista come “sesso debole”. Solo noi mamme possiamo cambiare la storia, insegnando ai nostri figli che siamo tutti uguali. La storia dovrebbe insegnare, ma spesso è più facile dimenticare

  • molto interessante questo articolo, io sono appassionata di storia perchè credo che per capire il nostro presente dobbiamo conoscere il nostro passato! incredibile vedere quanto siano cambiate le cose in così poco tempo, due secoli non sono tanti in ambito storico!